Scrivere da altri per altri: l'autorialità illegittima della fanfiction online - di R. Nicassio

Dalla carta al web

Sul sito della Writers University – una delle prime community dedicate alla fanfiction – si trova una cronologia della storia di questa particolare pratica di scrittura il cui punto di partenza è situato nel 220 D.C. con l’invenzione della carta in Cina. Si tratta, come ovvio, di una datazione irreale e forse provocatoria ma che ha il merito di ricordare come le pratiche culturali siano sempre più antiche dei mutamenti tecnologici e di evidenziare, nello specifico, come la storia della fanfiction sia molto più lunga di quel che comunemente si pensa. Negli Stati Uniti, le newsletter di fan stampate da editori amatoriali risalgono infatti almeno alla metà dell’Ottocento e dagli anni ’20 del secolo successivo iniziano a formarsi persino le prime comunità di fan, le fandom, che scrivono intorno ad opere o tematiche condivise, dai romanzi di Jane Austen alla science fiction.

Note
1 «We are storytelling creatures and should have been named Homo narrator (or perhaps Homo mendax to acknowledge the misleading side of tale  telling) rather than the often inappropriate Homo sapiens» Gould 1994:26.

La fanfiction, d’altra parte, affonda le proprie radici in quel bisogno di narrazioni che è ormai considerato quasi alla stregua di una caratteristica filogenetica dell’uomo, al punto da consentire a Stephen Jay Gould di proporre una determinazione di specie nella forma di homo narrator in luogo dell’usuale homo sapiens [1]. Tuttavia, all’interno della sconfinata e, si potrebbe dire, necessaria categoria della narrazione, la fanfiction occupa un posto assai particolare e, soprattutto in età moderna e contemporanea, assai controverso.

2 Così, d’altronde, la definisce fanlore.org, la comunità wiki che si propone di registrare la storia e la terminologia della cultura fan: «a work of fiction written by fans for other fans, taking a source text or a famous person as a point of departure» http://fanlore.org/wiki/Fanfiction.
3 Il primo riferimento all’autorialità moderna come funzione di proprietà e attribuzione di un testo è, come ovvio, Michel Foucault e il suo “Qu'est-ce qu'unauteur?”. Uno studio più ampio che invece indaga dal punto di vista storico e legale la formazione dell’autorialità come sviluppo di un diritto di proprietà su una forma originale di testo è quello di Woodmansee 1994.

Intesa nei termini di scrittura amatoriale praticata da fan (e da comunità di fan) adoperando le proprie opere preferite come fonti o punti di partenza [2], la fanfiction, difatti, mette in discussione alcuni concetti cardine della scrittura letteraria moderna e contemporanea quali l’originalità creativa e la proprietà intellettuale, spesso sussunti all’interno della categoria dell’autorialità [3].

In tal senso, è proprio il mutamento tecnologico imposto dal web a configurarsi come elemento di interesse centrale nella pur lunga storia della fanfiction dal momento che esso porta scopertamente sulla scena quegli stessi aspetti controversi che, propri della pratica in sé, sono però rimasti sostanzialmente invisibili finché la fanfiction è rimasta legata ad un sistema di produzione e di scambio di natura privata quali erano, dopotutto, le varie fanzine e newsletter cartacee.

Visibilità e responsabilità

4 Sulla natura e provenienza dei prodotti che vengono condivisi ed esperiti sul web può risultare utile la consultazione del libro di Anita Elberse, Blockbusters, Hit-making, Risk-taking, and the Big Business of Entertainment, in cui si sostiene il perdurare del predominio delle grandi industrie dell’entertainment e dei loro block buster in aperta contraddizione con la teoria della “coda lunga” di Chris Anderson secondo la quale l’economia sul web dovrebbe virare sempre più verso un mondo di nicchie e di contenuti personali (cfr. Anderson2006). Per una posizione in un certo qual modo mediana tra le due, cfr. Jenkins - Ford - Green 2013: 238-242.

Nel momento in cui la fanfiction sbarca sul web – su siti e community dedicate o anche su blog personali – acquisisce una visibilità, quanto meno potenziale, comparabile a quella che sembrava essere garanzia esclusiva dei prodotti della creatività professionale. Tale visibilità, come detto, rende manifesti alcuni aspetti controversi della fanfiction, primo tra tutti il suo basarsi sui prodotti della creatività professionale: «for fans, consumption naturally sparks production» (Jenkins 2006: 41). Questa produzione amatoriale da parte dei fan prende cioè le mosse a partire dal consumo di opere e contenuti culturali che non sono di loro proprietà ma che sono, per così dire, ricevuti dall’esterno: un fumetto, una serie tv, un film, un libro o una serie di libri [4]. Considerato ciò, appare evidente come la visibilità guadagnata sul web sia sempre un’arma a doppio taglio:

New technologies enable audience to exert much greater impact on circulation than ever before, but they also enable companies to police once-private behavior.
— (Jenkins - Ford - Green 2013: 54)

La fanfiction era esattamente un «once private behavior» che sul web è divenuto pubblico e visibile e, in un certo qual modo, al contempo più potente e più attaccabile, dal momento che tutto ciò che acquisisce natura pubblica diviene di conseguenza pubblicamente giudicabile e, nel caso, legalmente perseguibile.

Fanfiction e copyright

Nel 2009 la fanwriter obsession_inc coniò una distinzione, destinata ad avere un certo successo, tra una affirmational fandom e una transformational fandom. Nella prima tipologia l’opera originale è rispettata per forma e per contenuto e il ruolo del suo autore è quasi divinizzato. Non si cambiano ambientazioni e personaggi, non si gioca con trasformazioni e invenzioni, non si esce dal tracciato che l’autore ha costruito: «it’s all about nailing down the details».

5 Il testo di obsession_inc, e la relativa discussione, è ancora consultabile su http://obsession-inc.dreamwidth.org/82589.html. Un ulteriore confronto all’interno della comunità di fan sulla distinzione proposta si trova su  http://damned-colonial.dreamwidth.org/484925.html.
6 http://transformativeworks.org/faq#t454n83. Questa specificità femminile è anche confermata dal più grande sito italiano di fanfiction, efpfanfic.net, in cui la netta maggioranza delle utenti, oltre alla stessa fondatrice, sono per l’appunto donne. Cfr. infra: 11-17.

Nella seconda tipologia, al contrario, questa sorta di rispetto per il materiale e per l’autore originale viene a cadere. Si immaginano nuovi scenari e nuovi personaggi, si modificano scelte e comportamenti, si esplorano possibilità successive e ulteriori: «it’s all about laying hands upon the source and twisting it to the fans’ own purposes» [5].

È interessante sottolineare come tale distinzione rispecchi anche una separazione di genere. L’affirmational fandom sarebbe infatti un atteggiamento storicamente maschile mentre la transformational fandom, a cui la fan fiction logicamente appartiene, sarebbe viceversa riconducibile alla sfera femminile. Benché le dicotomizzazioni spesso semplifichino eccessivamente il quadro complessivo, la stessa fan fiction conferma questa specificità di genere: la netta maggioranza dei fanwriter sono difatti donne, al punto che l’Organization for Transformative Works, la quale ha dato vita al più grande archivio del mondo di fanfiction (AO3), definisce quest’ultima «a practice of transformative fanwork historically rooted in a primarily female culture» [6]. Ciò spiega il motivo per cui, d’ora in poi, si farà utilizzo del genere femminile in riferimento agli scrittori di fanfiction.

Tanto la affirmational fandom quanto la transformational fandom, come detto, si basano su materiali altrui, su prodotti originali i cui diritti appartengono a soggetti esterni alla fandom. Ma se la prima si limita ad analizzare e rileggere il prodotto altrui, la seconda si propone, per definizione, di modificarlo e riscriverlo e, così facendo, chiama in causa, sfidandolo, il copyright, ossia quel diritto di proprietà intorno al quale, da circa tre secoli, si costituiscono le nostre nozioni di attività intellettuale.

7  Benché già Ficthe nel suo testo del 1793, Beweis der Unrechtmäßigkeit des Büchernachdrucks, avesse stabilito che il diritto di proprietà dovesse difendere la forma del contenuto e non il contenuto in sé, la storia successiva del copyright ha ampliato di molto quella che era la sua concezione iniziale: «although it is a truism of copyright that the law protects “expressions” and not “ideas”, doctrinal evolution has put that familiar distinction under real pressure. For example, as more and more variants of a literary text (the movie rights, the translations rights, the video game rights, and so forth) have come to be comprehended under a single copyright, the focus of protection has inevitably shifted from the highly particular to the relatively general» Biagioli – Jaszi – Woodmansee 2013: 8).

La cosiddetta battaglia per il copyright nasce, difatti, quando la professione intellettuale inizia a poter essere considerata realmente tale, quando cioè, nel Settecento, si inizia ad affacciare «the possibility of actually making a living by the pen» (Woodmansee 1994: 18). Così, con il Queen Anne’s Act del 1710 a fare da apripista, si afferma progressivamente in Europa e negli Stati Uniti il diritto dell’autore di possedere la forma e il contenuto della propria opera, garantendola e difendendola dall’utilizzo non autorizzato di altri soggetti [7].

L’utilizzo non autorizzato di altri soggetti è però per l’appunto il principio su cui si fonda la fanfiction, la quale si appropria del contenuto e, a volte, anche della forma dell’opera originale per ampliarla, rifarla, trasformarla. Da tale punto di vista, sul web è possibile imbattersi nei risultati e negli esperimenti più vari e fantasiosi: racconti su un supposto amore omosessuale tra Kirk e Spock in Star Trek o tra House e Wilson in Dr. House, nuove avventure e nuovi finali per Harry Potter e la sua compagnia di amici e nemici, una riscrittura queer di Orgoglio e Pregiudizio, e persino la 'versione' di Gemma, la moglie di Dante, a proposito dell’amore di suo marito per la più nota Beatrice. Un piccolo elenco, questo, che consente però di avere un’idea di quanti e quali usi e trasformazioni subiscono le opere originali in questa particolarissima pratica di scrittura.

Tutto ciò potrebbe essere facilmente inquadrato nei termini di una violazione del copyright delle singole opere, eppure la natura amatoriale e l’assenza di scopo di lucro della fanfiction pongono delle questioni che impediscono un giudizio netto. Il copyright, come visto, nasce da motivazioni eminentemente economiche: è un diritto che si afferma in contrapposizione alla possibilità di sfruttare un’opera altrui e che, di conseguenza, è rivolto principalmente contro il plagio e la pirateria. La fanfiction, tuttavia, non rientra propriamente in questi ambiti. L’intenzione delle fanwriter non è infatti riconducibile alla volontà di sfruttare commercialmente l’opera altrui, danneggiandone così la diffusione e il valore, né tanto meno ad una volontà di plagiarla [8]. Si tratta, piuttosto, di adoperarla come punto di partenza per giungere a scrivere qualcosa di differente o, in taluni casi, di totalmente differente. In tal senso, nemmeno la definizione della fanfiction come opera derivata, alla stregua di un film e di una serie tv tratte da un libro o viceversa, e quindi necessitante di autorizzazione da parte del proprietario del copyright, sembra essere del tutto corretta.

8 Ci sono stati dei tentativi di commercializzare la fanfiction tra cui Fan-Lib.com è forse l’esempio più importante. A conferma però del carattere fondamentalmente amatoriale della fan fiction questi tentativi non hanno mai avuto un grande successo: inaugurato nel 2007, l’archivio di FanLib.com chiuse dopo appena un anno nell’agosto del 2008.

9 Così fanno, tra gli altri, il già citato efpfanfic.net e fanfiction.net, probabilmente il più grande sito di fan fiction del mondo. Va detto che l’elenco, per forza di cose, è sempre incompleto e in divenire e, oltretutto, anche di per sé inaffidabile. Difatti, l’approvazione, in linea teorica, dipende sempre dal caso specifico e nulla vieta di acconsentire a determinate fanfiction e di rifiutarne altre, eventualità che si verifica soprattutto per quelle sessualmente più esplicite.

In questa sorta di clima di indeterminatezza, non sorprende dunque che, molto spesso, la censura o la sopravvivenza di una fanfiction sia legata all’atteggiamento nei suoi confronti che gli autori dell’opera originale o, in ogni caso, i proprietari dei suoi diritti decidono di mostrare. Tali atteggiamenti, come facilmente intuibile, sono assai variabili dal momento che dipendono da singole disposizioni d’animo, da diverse strategie aziendali e dall’eventuale passaggio di proprietà intellettuale che un’opera può conoscere durante il tempo. Così, per ridurre al minimo l’insorgenza di problemi legali e per aiutare le utenti a scrivere storie che non corrano il rischio di essere cancellate, i maggiori siti di fanfiction offrono nelle loro guideline e nel loro regolamento un elenco di autori e di opere su cui è stata esplicitamente vietata la stesura di fanfiction [9], contribuendo a delineare l’immagine di una pratica che appare più tollerata e concessa che riconosciuta e legittimata.

Autorialità e copyright postmoderni?

La condizione subordinata e, si potrebbe dire, perennemente precaria della fanfiction è dunque riconducibile al suo situarsi in una posizione indeterminata del territorio della scrittura letteraria, in una zona che sembra sfuggire alle consolidate nozioni di autorialità e originalità. Ciò accadrebbe perché tali nozioni risalgono, in massima parte, ad un’epoca in cui la creatività amatoriale – e con essa la fanfiction – non possedeva i mezzi per 'farsi vedere' e 'farsi sentire'. È solo sul web che la fanfiction diventa un fenomeno realmente visibile la cui natura e la cui liceità iniziano a porsi come pressanti argomenti di discussione e definizione. Ed è per l’appunto sul web che la già citata Organization for Transformative Works (OTW) si batte per il riconoscimento della fanfiction come attività trasformativa dotata di caratteri di originalità e creatività  tali  da  garantire  una  sua  specificità  e  quindi  legittimità.

Copyright is intended to protect the creator’s right to profit from her work for a period to encourage creative endeavor and the widespread sharing of knowledge. But this does not preclude the right of others to respond to the original work, either with critical commentary, parody, or, we believe, transformative works […] there is a distinction between plagiarism (the unacknowledged use of someone else’s words claimed as one’s own), fanfiction (the acknowledged or obvious borrowing of story elements to tell a new story in the fanfiction writer’s words), and quotation (the acknowledged or obvious use of small excerpts of an- other’s work). By “obvious” we mean that even if a fan writer didn’t put a disclaimer on her story, readers know that she did not invent Won- der Woman or Voldemort, or the phrase “Use the Force, Luke”.
— (http://transformativeworks.org/faq)

L’obiettivo sarebbe quello di far rientrare la fanfiction all’interno della dottrina del Fair Use, l’uso legittimo, che negli Stati Uniti e in molti altri paesi (sotto diversa denominazione) regola una serie di eccezioni alla legge sul copyright per scopi educativi, divulgativi, di ricerca, di critica, di parodia ma che non fa esplicita menzione all’utilizzo creativo e trasformativo di natura amatoriale nei confronti di materiale protetto. Riconoscere la legittimità anche di quest’ultima azione richiederebbe dunque attribuire alla fanfiction una qualche forma di autorialità, certo differente da quella comunemente intesa, ma in fondo non del tutto estranea all’età contemporanea. Sia la temperie intellettuale sia gli ambienti mediali odierni, infatti, teorizzano e mostrano una attività di creazione assai distante dalla creazione solitaria ed ex nihilo ed evidenziano, al contrario, la forte presenza di processi collettivi e l’ampio utilizzo di materiali esterni e altrui, tutte caratteristiche rintracciabili nella fan writing e nelle correlate community.

10 Scrivono a questo proposito Lisa Ede e Andrea Lunsford: «In the body of law governing copyright, for example, the solitary and sovereign “author” holds clear sway: copyright cannot exist in a work produced as a true collective enterprise; copyright does not hold in works that are not “original” […] In short, the old cloak of the originary author-genius has been spruced up and donned first by the law and then by corporate entrepreneurial interests – and the bigger and more global, the better» Lunsford - Ede 2001: 359. Sulla sopravvivenza dell’autorialità romantica anche sul web e sulle sue piattaforme collettive cfr. Chon 2012.

11 Alle “Potter Wars” e, più in generale, al rapporto tra scrittura, lettura e nuovi media è dedicato il quinto capitolo del libro di Henry Jenkins, Convergence Culture: Where Old and New Media Collide (2006).

12 Discorso tenuto da Lawrence Lessing nel 2002 presso la Open Source Convention e consultabile su  http://archive.oreilly.com/pub/a/policy/2002/08/15/lessig.html

13 La causa (del 2006) verteva sull’utilizzo non autorizzato di una foto di Andrea Blanch da parte dell’artista Jeff Koons che l’aveva inserita in una sua opera. Il giudizio fu favorevole a Koons.

Ciononostante, il riconoscimento della legittimità (e di una autorialità) della fanfiction dovrebbe passare attraverso un ripensamento effettivo, e non solo teorico, delle categorie del copyright e dell’autore, le quali paiono essere ancora modulate in senso moderno più che postmoderno e con delle patenti di attribuzione dal vago sapore romantico [10].Di fatto, gli interventi diretti alla censura della fanfiction sul web, nella maggior parte dei casi, hanno assunto il volto della protezione di un’espressione creativa originale da parte dei rispettivi creatori, indipendentemente dal fatto che essi fossero effettivamente creatori o che l’espressione creativa fosse effettivamente originale. Si pensi, ad esempio, alle cosiddette “Potter Wars” generate dal tentativo della Warner Bros., una volta acquistati i diritti della serie di Harry Potter, di tenere a freno la sterminata produzione di fanfiction intorno alle sue avventure [11] oppure alle continue pressioni della Walt Disney di prolungare e stringere i termini del copyright di modo che, adoperando le parole di Lawrence Lessing, giurista e tra i fondatori di Creative Commons,«no one can do to the Disney Corporation what Walt Disney did to the Brothers Grimm» [12].

Peter Jaszi non stava di certo pensando alla fanfiction mentre esplorava la possibilità di un copyright postmoderno, ma non è forse casuale che la sua formulazione di quest’ultimo, sulla base della sentenza relativa alla causa Blanch v. Koons [13], sembra rispondere alla perfezione al bisogno e al diritto di legittimità e autorialità delle fanwriter.

[…] a rejection of the grand narrative of authorship and “authority” in favor of an approach that distributes attention and concern across the full range of participants in the processes of cultural production and consumption. As such, it may signal a general loosening of author’s and owner’s control over, by now, not quite so auratic works, allowing greater space for the free play of meaning among audience members and follow-on users who bring new interpretations.
— (Biagioli -Jaszi -Woodmansee 2013: 420)

D’altronde, l’apertura e la concessione di nuovi spazi e nuovi diritti a favore della creatività amatoriale non è, per così dire, una strada provvista di un’unica direzione. Nel mondo della fanfiction ha recentemente fatto scalpore il caso del best-seller mondiale Fifty Shades of Gre- y che nasce, nel 2009, con il titolo Master of the Universe, come fanfiction di Twilight scritta dalla fanwriter Snowqueen's Icedragon e pubblicata inizialmente su fanfiction.net. Frutto della creatività amatoriale, Fifty Shades of Grey è diventato un blockbuster a tutti gli effetti – il film è uscito il 12 febbraio 2015 – sul quale esistono ormai migliaia di fanfiction e di siti dedicati. Una fanfiction, e in quanto tale scritta da una fan a partire da un’opera esistente, che diventa opera originale, e in quanto tale scritta da un’autrice e protetta da copyright, che genera altra fanfiction: non esiste forse esempio migliore per dare conto della difficoltà di attribuire dei netti confini all’autorialità del fenomeno e di stabilire una volta per tutte la sua legalità [14].

14 Non sorprende che la fan fiction Master of the Universe sia stata cancellata dal web: l’obiettivo è proprio evitare che si possa agevolmente osservare quanto Fifty Shades of Grey 'dipenda' da Twilight e ridurre così al minimo ogni eventuale critica o contestazione. Al di là del legame più o meno forte con l’opera di partenza, il caso ha poi sviluppato un acceso dibattito tra le fanwriter a proposito della possibilità che la fan writing diventi un’attività professionale e commerciale o se questo non sia piuttosto un tradimento della sua ragione d’essere. Un’ottima ricostruzione di questa vicenda che chiama direttamente in causa il tipo di economia vigente nel mondo della fanfiction si ritrova in Bethan 2014.

Le community di fanfiction

Finora, ciò che è apparso è il lato per così dire debole e attaccabile della fanfiction online, quello per cui la sopraggiunta visibilità corrisponde sostanzialmente alla messa in luce delle sue controverse questioni legali e intellettuali. A questo si deve aggiungere anche un malcelato disprezzo intellettuale nei confronti della pratica, considerata una sorta di scrittura inferiore priva di originalità, e delle storie stesse, spesso tacciate di essere l’adeguato risultato di un tipo di lettura immatura ed eccessivamente sentimentale, un giudizio, questo, a cui ovviamente contribuisce l’idea della fanfiction come territorio quasi esclusivamente femminile. Lo sbarco sul web assume così i contorni di un evento negativo per la fanfiction dal momento che, in tal modo, essa si renderebbe vulnerabile a giudizi (legali o intellettuali che siano) e, come dimostrerebbe il caso di Fifty Shades of Grey, diverrebbe anche sfruttabile da quel medesimo establishment culturale professionale che tante volte ha ostacolato e disprezzato la sua esistenza.

Tuttavia, vi è anche un lato per così dire forte della fanfiction online, in cui la visibilità contribuisce positivamente alla sua diffusione e affermazione: la presenza di community dedicate in cui le fanwriter possono pubblicare le loro storie, leggere quelle altrui, recensirle, oltre che affrontare discorsi più generali sui limiti, potenzialità e prospettive della fanfiction online. È interessante prendere in esame queste esperienze poiché rappresentano il carattere propositivo e non solo difensivo del fenomeno. Nelle community di fanfiction le regole e le limitazioni presenti non sono esclusivamente subite e agite in funzione oppositiva alle eventuali e possibili critiche o azioni legali dell’esterno ma sono anche stabilite e accettate in funzione costitutiva della comunità stessa e dell’autorialità della fanfiction. Difatti, benché possano tradursi in atteggiamenti di censura da parte della comunità o di autocensura per conformarsi alla comunità, tali limitazioni contribuiscono al profilarsi di un’etica di comportamento che si potrebbe dire quasi professionale, indipendente dalle più pratiche preoccupazioni giuridiche ed economiche:

No legalistic notion of literary property can adequately constrain the rapid proliferation of meanings surrounding a popular text. But there are other constraints, ethical constraints and self-imposed rules, enacted by the fans, either individually or as part of a larger community in response to their felt need to legitimate their unorthodox appropriation of mass media texts.
— (Jenkins 2006: 40)

Passeremo ora ad analizzare come alcune di queste regole e limitazioni funzionano e sono accettate (o contestate) nella più grande community di fanfiction italiana, Efpfanfic, e come nel complesso contribuiscano ad affermare una specie di autorialità al contempo partecipativa ma anche decisamente individuale. L’analisi si basa su una osservazione e frequentazione diretta della community avvenuta nel periodo compreso tra settembre e dicembre 2014 e si è anche avvalsa della collaborazione di tredici fanwriter che hanno cortesemente accettato di rispondere a dubbi e domande relative alla loro pratica di scrittura all’interno dello stesso sito.

Le regole interne: il caso di Efpfanfic

Attivo da quattordici anni e con più di quattrocentomila utenti registrati e più di quattrocentomila storie pubblicate, Efpfanfic costituisce un caso ideale per osservare il funzionamento di una comunità di fan writing e, più in generale, di scrittura amatoriale, dal momento che una sezione del sito è dedicata alla pubblicazione di storie del tutto originali scritte dalle fanwriter, ulteriore testimonianza della porosità della scrittura nel mondo della fanfiction.

15 Sarebbe forse più corretto parlare, al plurale, di varie collettività poiché in una community alquanto grande come quella di Efpfanfic si creano diverse fandom, ciascuna dedicata ad un’opera particolare, in cui le fanwriter scrivono e leggono, con la consapevolezza di trovarsi in un ambiente in cui la loro passione è condivisa. Inoltre, a dimostrazione che il senso della community non risiede solo nel numero dei lettori e delle visualizzazioni è possibile citare l’iniziativa “Fatevi sentire, recensite” lanciata il 15 giugno 2012 in cui si invitava il pubblico di Efpfanfic a non leggere soltanto ma anche a “parlare”: «per gli autori che scrivono bene e sono sfiduciati dalla mancanza di riscontro, per gli autori esordienti che non capiscono come mai la loro storia non viene seguita (quando voi lettori invece potreste dare validissimi input), per dare un momento di gioia a quell'autore che amate e che non avete mai recensito […] Perché la recensione è lo strumento che avete per far sentire la vostra voce. Serve a cambiare le cose, se non vi piacciono come sono ora». (Iniziativa e relativa discussione sono consultabili su  http://www.efpfanfic.net/index.php?action=newsstory&nid=570 )

Ci sono evidenti vantaggi nello scrivere all’interno di una community come Efpfanfic la quale con i suoi numeri e la sua 'storia' ga- rantisce, potenzialmente, un numero elevato di lettori offrendo così anche la possibilità di interazioni sociali e letterarie. In effetti, uno dei caratteri maggiormente messi in risalto dalle fanwriter è la creazione (e la partecipazione) di una collettività che assume più i tratti affettivi ed emotivi di una famiglia che quelli quantitativi e asettici di un pubblico [15].

Probabilmente anche per via degli aspetti controversi della fanfiction di continuo individuati e sottolineati attraverso uno sguardo esterno, le fanwriter vedono nella community uno spazio dove poter praticare la loro scrittura senza doverla giustificare o legittimare. In Efpfanfic la dignità della fan fiction è un dato acquisito e si è liberi di essere apertamente fanwriter, una libertà che, al di fuori, non è sempre così spontanea: «se qualcuno all’esterno mi domanda se vedo e se mi piace Supernatural, preferisco rispondergli di no piuttosto che dirgli quanto mi piace» (RMSG, fanwriter, conversazione privata). Tale libertà si raggiunge però anche al prezzo del rispetto di alcune regole che stabiliscono cosa è possibile pubblicare e come presentarlo agli altri.

Alcune di queste regole, come anticipato, rispondono alla volontà di evitare eventuali proteste da parte dei proprietari dei diritti delle opere di partenza, ma altre rispondono invece ad una volontà diversa, il cui scopo è mantenere una sorta di decoro etico e morale nelle storie da pubblicare e tentare di garantire un livello qualitativo conforme alle aspettative dei lettori: in tal senso si spiegano tanto il divieto di contenuti particolari quali la necrofilia, il sadomaso, il bestiality (ossia i rapporti sessuali tra esseri umani e animali), quanto quello di forme e modalità espressive considerate estranee (saggi, sondaggi, scritti di lunghezza inferiore alle novanta parole) o in qualche modo non all’altezza degli standard del sito (linguaggio degli sms, uso improprio o eccessivo del maiuscolo e di emoticon…) [16].

16 L’ampio regolamento è consultabile su www.efpfanfic.net/regolamento.php

Queste limitazioni di principio, in particolar modo quelle contenutistiche, possono essere avvertite come delle limitazioni alla propria creatività, come una censura preventiva della propria scrittura, e possono quindi dare luogo a sentimenti e reazioni contrastanti. Tuttavia, a prescindere dalla condivisione o meno di determinate costrizioni, le fanwriter non tendono a contestare il regolamento di Efpfanfic e, come confermato da uno degli amministratori del forum, «l'impressione è che comunque ci sia un generale rispetto delle regole» (Suinogiallo, moderatore Efpfanfic, conversazione privata). Ciò certamente accade perché, per le fanwriter, Efpfanfic spesso non costituisce uno spazio di scrittura esclusivo e dunque se si ha intenzione di scrivere una storia che si è consapevoli non rientri nelle sue regole, non si è necessariamente obbligati a modificarla e a censurarsi ma si può più semplicemente pubblicarla altrove, volgendosi verso «qualcosa di più slegato da regolamenti e formalità» (Anto Covi, fanwriter, conversazione privata). D’altra parte, però, le fanwriter rispettano le regole anche perché le accettano come condizioni necessarie alla formazione e al mantenimento di una categoria autoriale la quale, benché possa agire negativamente verso la libertà creativa di un singolo, garantisce uno spazio in cui tutti possono essere quello che sono, ossia fanwriter, in un clima qualitativo e comportamentale che non è avvertito come imposto dall’alto ma ricercato collettivamente. Efpfanfic, difatti, a differenza di altri siti di fanfiction, consente di pubblicare la propria storia senza previa approvazione dello staff di modo che, quotidianamente, viene pubblicata una quantità tale di storie di cui «non si possono scovare tutte le violazioni, e farlo sarebbe pressoché impossibile anche se i moderatori fossero dieci volte di più» (Sango79, fanwriter, conversazione privata). Questo significa che il rispetto delle regole e la segnalazione delle loro infrazioni è spesso nelle mani delle stesse utenti le quali sono disposte a censurare e censurarsi al fine di creare una collettività in cui, però, veder riconosciuta la propria individualità autoriale.

L’autolegittimazione dell’autorialità della fanfiction

«Niente di quello che viene fatto senza autorizzazione dell’autore è accettabile». Questa decisa affermazione che sembra appartenere ad un qualche scrittore professionista o ad un suo avvocato, in realtà appartiene ad RMSG, fanwriter di diciotto anni. Le sue parole rispondono all’eventualità che un’altra fanwriter, senza prima interpellarla, adoperi la sua fanfiction per scriverne una propria. Tale eventualità è esplicitamente contemplata e vietata dallo stesso regolamento di Efpfanfic:

È vietato pubblicare, all’interno delle proprie storie, citazioni tratte da opere scritte da altri fan se non esplicitamente autorizzate dagli autori stessi. E’ vietato altresì intraprendere iniziative su queste opere (ad esempio, creazione di sequel di una fanfic altrui) senza il permesso esplicito dell’autore originale.
— (www.efpfanfic.net/regolamento.php)

Ciò potrebbe apparire paradossale e persino contraddittorio dal momento che la pratica stessa della fanfiction si basa sul libero utilizzo di opere altrui. Nondimeno, la necessità di questa regola è nella maggior parte dei casi riconosciuta e spesso addirittura invocata dalla maggioranza delle fanwriter. Secondo l’esperienza di chi è chiamato a far rispettare le regole, se una fanwriter s’imbatte nella presenza di elementi tratti dalla propria storia senza una propria esplicita autorizzazione, «nella migliore delle ipotesi si incavola molto e in genere lo se- gnala come plagio» (Suinogiallo, moderatore Efpfanfic, conversazione privata).

Posta in tali termini, sembrerebbe dunque che le fanwriter non siano disposte a concedersi reciprocamente quella libertà creativa che esigono dagli autori professionisti. Più che ricostruibile nei termini di una contraddizione logica, è probabile però che ciò sia un’ulteriore manifestazione della volontà di veder riconosciuta la propria dignità e legittimità. Si è difatti già discusso di come la pratica della fan fiction sia oggetto di molteplici dubbi e diffidenze che faticano ad attribuirle un profilo certo e legittimo: diritti e riconoscimenti sembrano essere garanzia esclusiva di altre tipologie di scrittura. All’interno di una propria comunità, come Efpfanfic, le fanwriter si considerano invece autrici a tutti gli effetti e, in quanto tali, provviste di diritti e riconoscimenti nei confronti delle loro opere. Le parole di Sango79 sono emblematiche:

Come detto in una recente discussione proprio qui sul forum, il problema in questo caso riguarderebbe i diritti delle mie idee. Uno scrittore professionista ha la possibilità di rivalersi su chi ruba le sue idee, così come una persona che pubblica le sue storie su Internet ma sotto, per esempio, CreativeCommons. Se pubblico la mia storia in un archivio non ho nessun tipo di protezione, indi e per cui il minimo che mi aspetto è che mi si chieda il permesso di usare le mie idee.
— (Sango79, conversazione privata)

Nella nostra civiltà, scrive con parole famose Michel Foucault, vi sono «un certo numero di discorsi che sono dotati della funzione “autore” mentre altri ne sono sprovvisti» (Foucault 2010:9). Secondo il diritto e la cultura istituzionale, la fanfiction apparterebbe a quest’ultima categoria ma secondo le stesse fanwriter i loro “discorsi” sono “opere” a tutti gli effetti. Questa autolegittimazione è però istituita attraverso quella che sembra essere una ripresa dell’individualità autoriale istituzionalizzata per la quale l’autore è proprietario e responsabile di ciò che ha scritto, ma che stride con quella sorta di scrittura partecipativa tipica della fanfiction in cui più persone scrivono a partire da una passione (e quindi da una fonte) comune e ne condividono poi i risultati:

Se una scena, un momento, una frase mi colpisce e mi spinge a immaginarmi e domandarmi tutti i mille significati che potrebbe avere, mi piace scrivere qualcosa in proposito e vedere dove mi porta la penna. Ed è magnifico, una volta pubblicata, scoprire che magari molte altre persone hanno visto esattamente quello che tu hai notato e condividono il tuo pensiero.
— (fanwriter, conversazione privata) [17]
17 La fanwriter ha preferito che il suo nome, benché sotto forma di nickname, non venisse citato.

Leggendo queste parole ci si potrebbe a ragione domandare se le fanwriter non possano trovare altre basi su cui fondare l’autorialità e la legittimità della propria scrittura, basi non riconducibili ad una logica genitoriale del testo inteso come figlio unico e originale di un singolo autore. Va detto, però, che dopo aver sperimentato a lungo la responsabilità (legale, intellettuale…) di quello che scrivono, la richiesta che ne venga riconosciuta anche la proprietà non suona poi così bizzarra o ingiustificata.

Bibliografia

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L’autore: Renato Nicassio

Renato Nicassio è laureato in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Attualmente è dottorando di ricerca in Letterature classiche, moderne, comparate e postcoloniali presso l’Università dell’Aquila.

Email: renatonicassio@yahoo.it

L’articolo

Data invio: 15/01/2015

Data accettazione: 01/04/2015

Data pubblicazione: 15/05/2015

Come citare questo articolo

Nicassio, Renato, “Scrivere da altri per altri: l’autorialità illegittima della fanfiction online”, Censura e auto-censura, Eds. A. Bibbò, S. Ercolino, M. Lino, Between, V.9 (2015), http://www.betweenjournal.it/

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