di Alina Kreisberg
Le città invisibili di Italo Calvino sono servite da spunto all’omonimo ciclo di acquerelli dell’artista italo-iberico Pedro Cano, esposto con grande successo, pubblico e di critica, in varie sedi italiane e spagnole. La domanda che ci si pone è fino a che punto si tratti di illustrazioni vere e proprie, o piuttosto di due opere, letteraria e figurativa, indipendenti ma legate da un nesso più sottile : quello di evocare, piuttosto che descrivere, con un procedimento vicino alla sineddoche. Calvino accenna a dei virtuali assetti urbani per far intuire un’idea filosofica ; Cano raffigura un dettaglio per farne estrarre a chi guarda l’idea di un insieme simbolico.